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BLUE MONDAY

Oggi è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. Cade ogni terzo lunedì di gennaio dove in inglese "blue" sta per "tristezza”.

Composizione di oggetti tutti dal colore blu libri legati con nastro di canapa, una candela, una tazza riempita di cioccolatini e un maglione.

La definizione di "blue monday" nasce nel 2005 in Gran Bretagna, ed è da attribuire allo psicologo Cliff Arnall dell’Università di Cardiff.


Arnall, attraverso una macchinosa formula che comprende numerose variabili, ha analizzato le tendenze dei clienti per quanto concerne le prenotazioni di viaggi, riscontrando l’apice del malumore delle persone esattamente nel terzo lunedì del mese di gennaio.

Quindi le agenzie di viaggio, mirando le loro strategie di marketing proprio in questo periodo di insoddisfazione psicologica delle persone, avrebbero il massimo dei riscontri e dei profitti, portando i clienti a sentire l’esigenza di prenotare viaggi per appagare il proprio malcontento.


* * *


Intanto io mi sono beccata l’influenza stagionale, altro che! La schivavo con maestria da ottobre e ora mi ha proprio presa in pieno. Quindi passerò il giorno più triste dell’anno tristemente sul divano con thè caldo e un buon libro. Dopo aver concluso “Central Park” di Guillaume Russo ho iniziato “Chiudo gli occhi e il mondo muore” di Francesca Zappia. Coincidenza vuole, la copertina è di colore blu. Perfettamente in tema.


Intanto, per scacciare quanto più possibile la tristezza, ecco alcuni dei miei #bluebook e diverse cose che mi piacciono molto: il mio personaggio preferito della Disney Stitch, i cioccolatini pralinati con riso soffiato, le candele al cocco dell’Ikea.


La tristezza non è un sentimento sempre facile da estirpare, ma soprattutto ci sono persone che ne sono accompagnate costantemente tutti i giorni. Cercare di alleviare il loro stato d’animo con parole di circostanza, frasi fatte o eccessi di positività denota delle volte non comprendere fino in fondo quanto questo sentimento scavi e crei vuoto, anestetizza, mette un filtro agli occhi e spezza quella flebile connessione dove anche la più piccola e semplice cosa portava gioia e ora è come non guardare niente.


Non ho sicuramente gli strumenti adeguati per dare chissà qualche consiglio e questa non è certo la sede più opportuna. Il mio parere però è che essere sinceri con sé stessi è il primo passo, il più importante, senza vergogna, anche nei confronti dei sentimenti più difficili. Dobbiamo ricordare di essere fatti di carne e debolezze, perdonandoci. Ovviamente non è una scusante: è necessario essere sempre pieni di umiltà, rispetto e empatia verso il prossimo, ricordandoci di non perdere i contorni della nostra persona.


I momenti no, Dio solo sa quanto c’è ne saranno, ma per non perdere anche un flebile sorriso serve trovare, nel quotidiano, quelle piccole cose che riescono ancora a smuoverci anche nei momenti peggiori. Una sorta di talismano. Ricordando sempre, qualsiasi emozione stiamo provando che sta a noi decidere fin dove farla arrivare dato che possiamo sempre esercitare l’autocontrollo e in che modo farla fluire dentro di noi per poterla utilizzare in un modo favorevole e non autodistruttivo.


Un ultimo consiglio, difficile da capire, ma se non volete essere felici, non dovete esserlo per forza, perché la società o le persone intorno a voi ve lo impongono. Se è un periodo di tristezza che vi serve per tornare alla luce, siate tristi! Anche Van Gogh ha avuto il suo Periodo Blu!


Un abbraccio!

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