Se ci pensate, scrivere recensioni dei libri letti è una delle prime attitudini che ci insegnano a scuola.
Alle elementari la chiamavano “scheda di lettura”, successivamente alle medie o alle superiori veniva richiesto di trattare un vero e proprio tema a riguardo, sviluppando una o più caratteristiche in merito al romanzo appena concluso: fatto sta, è una delle prime attività che impariamo a fare.
Molti però, quest’attitudine, la abbandonano col tempo; altri la riprendono successivamente, tanti non si sentono all’altezza perché pensano di non esserne in grado; eppure se ci pensate, alla fine, è solo questione di esprimere le proprie sensazioni riguardo ciò che si è letto, argomentando nel modo più coerente ed esaustivo possibile.
Lo so, la sto semplificando leggermente troppo? Forse. Ma parlo anche col presupposto che dobbiate farlo sempre con umiltà, rispettando le regole della grammatica italiana e soprattutto seguendo il vostro “stile”, non con la pretesa di fare i critici letterari. Quelli sono ben altra cosa.
Niente vieta però possiate essere apprezzati dal prossimo per il vostro modo di scrivere, per il vostro punto di vista o per come analizzate un romanzo.
Però…però…non siamo qui oggi per disquisire su cosa sia una recensione o a cosa serva, ma il “come” quest’ultima viene buttata giù.
Come costruisci la tua recensione? Qual è il tuo metodo?
Oggi vi parlerò del mio.
► A lato dei sussidiari di storia e di letteratura, se ricordate, molto spesso per riassumere il paragrafo venivano messe delle “parole chiave”. Partendo da esse, con la matita nel largo margine della pagina iniziavo a scrivere un breve riassunto il quale sviluppasse il concetto di questa #keyword e mi ricordasse l’insieme della lezione e dell’argomento trattato.
Questo metodo me lo sono portato avanti fino all’università. Perché vi racconto questo? Perché uno degli elementi che costituiscono il mio metodo per la scrittura della recensione è prima di tutto prendere appunti durante la lettura, ma per non perdere troppo il ritmo, farlo attraverso delle parole chiave attraverso le quali ricordo il concetto e lo sviluppo successivamente.
Infatti durante la lettura tengo sempre vicino il cellulare, con la #AppNotes pronta per potermi segnare quelle due o tre parole chiavi che mi ricordano “Cosa volevo dire”. Nel caso di cartacei metto i Post.It a linguetta addirittura nel libro (anche se è scomodo ricercarli tutti).
► Un altro elemento del quale mi servo moltissimo è proprio il lavoro dello stesso autore: sfrutto le sue citazioni per agganciarmi e sviluppare un argomento del quale voglio parlare. Pertanto molto spesso mi sego la pagina della citazione, per poi riprenderla in seguito (copiarla se necessario) e usarla in toto come esempio oppure, come ho detto, utilizzarla come trampolino per arricchire la recensione di contenuti.
Per deformazione “linguistica” mi soffermo molto sul vocabolario, sulla scrittura, sulla narrazione è un aspetto che troverete molto presente nelle mie recensioni. Sono dettagli che mi piace osservare dei libri e condividere con gli altri. Come ad esempio mi piace guardare molto il lavoro introspettivo compiuto dall’autore e sviluppato intorno ai propri personaggi, perché penso sia una qualità fondamentale per chi scrive riuscire a comunicare mettendo su carta le emozioni e i sentimenti.
☛ Quindi riassumendo il mio metodo si fonda su tre elementi:
Appunti che seguono l’andamento del libro, prediligendo scrittura e introspettiva.
Utilizzo di Parole Chiave per avere ben chiari gli argomenti da trattare.
Avvalermi delle citazioni come esempi e spunti per arricchire la recensione.
Per quanto riguarda finale o il piacere/non piacere lascio sempre largo spazio, perché alla fine il mio scopo è essere quanto più imparziale possibile, anche se alla fine il gradimento lo si deduce dalla recensione stessa.
Qualcun* di voi attua lo stesso procedimento? Fate diversamente? Confrontiamoci, dite la vostra!