top of page

DDL LETTURA: DI COSA SI TRATTA? COSA CAMBIA?

Il tanto contestato Ddl Lettura dopo essere stato approvato alla Camera, in questi giorni, è stato approvato anche al Senato con 228 voti a favore. Perciò la legge entra effettivamente in vigore con effetto retrodatato al 1 gennaio 2020. Ma quindi, cosa cambia nel panorama italiano? Scopriamolo insieme.


Partiamo con la premessa che l’Italia è uno dei paesi col minor numero di lettori in Europa. Secondo l’Osservatorio AIE sulla lettura e i consumi culturali, nel 2018 ha letto almeno un libro, un e-book o un audiolibro nei dodici mesi precedenti il 62% della popolazione nella fascia 15-75 anni di età, pari a circa 28,2 milioni di persone. Questa percentuale risulta pari al 60% se si considera unicamente la lettura di libri.


Quindi cercare di stimolare alla lettura, o quantomeno all'acquisto di un libro, è il tema nevralgico o meglio “la sfida” auto impostasi dall'industria editoriale italiana. Purtroppo però quell'Articolo 8, che limita al 5 per cento lo sconto massimo dei libri, non gioca proprio a favore della causa anzi è un bel bastone fra le ruote.

Veduta panoramica dall'alto di una biblioteca

Nei paesi comunitari, come Francia, Norvegia o la Germania, nazioni nelle quali la lettura è ampliamene buona norma adottata dai cittadini, decreto simile è già norma vigente: infatti le case editrici impongono un prezzo base che deve essere rispettato da tutti gli esercenti autorizzati alla vendita, siano essi fisici o e-commerce.


In sostanza arriviamo per ultimi e ci scandalizziamo per niente, o meglio, per qualcosa che altri hanno già adottato senza troppo scalpore. Andrebbero argomentati però, anche il tasso di occupazione e la RAL (Retribuzione Annua Lorda) di questi paesi rispetto al nostro. Ma questa non è la sede opportuna per disquisirne.


TORNIAMO AL NOSTRO DDL LETTURA. COSA PREVEDE IL NUOVO TESTO?

La Keyword predominante è la promozione della lettura in tutte le sue molteplici forme e contesti.


▶ Un «Piano nazionale d'azione» per la promozione della lettura, per la crescita individuale, per la fruizione e frequentazione di librerie e biblioteche, valorizzare e sostenere la lingua italiana e favorire l’apprendimento multiculturale e multidisciplinare per tutti i cittadini.

Parallelamente nell'ambito dell’istruzione verrà istituito «Scuola polo», per promuovere la lettura nelle scuole, con l’ausilio di risorse bibliotecarie sul territorio e la formazione di nuove figure professionali.


▶ Ai fini di favorire la collaborazione fra istituzioni ed enti locali (comuni e regioni), verrà fondata la «Capitale italiana del libro». Il titolo sarà conferito, a turnazione previa selezione, sulla base dei progetti presentati dalle città candidate.


▶ Per non gravare sulle famiglie italiane o su cittadini indigenti, col fine di contrastare la povertà educativa e culturale verrà istituita una «Carta della cultura». Le somme assegnate non costituiscono reddito imponibile. La Carta della cultura è una carta elettronica, nominale di importo pari a 100 € utilizzabile dal titolare, entro un anno dal suo rilascio, per l'acquisto di libri, anche digitali, muniti di codice ISBN.


Semplificazioni per quanto riguarda le donazioni dei libri non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione per imperfezioni, alterazioni, danni o vizi che non ne modificano l'idoneità.


Questa è la parte più controversa, l’Articolo 8, che indica quanto segue:


▶ Per aiutare e preservare le piccole librerie indipendenti la vendita di libri ai consumatori finali, è consentita con uno sconto massimo fino al 5 per cento. I limiti massimi di sconto, al 5 per cento, si applicano anche alle vendite di libri effettuate per corrispondenza o tramite piattaforme digitali nella rete internet. Rimane lo sconto al 15 per cento per i libri di testo scolastici e per la vendita di libri alle biblioteche. Per un solo mese all'anno (escluso dicembre), per ciascun marchio editoriale, le case editrici possono offrire sul prezzo di vendita, dei propri libri, uno sconto maggiore del limite, ma comunque non superiore al 20 per cento del prezzo. L'offerta non può riguardare titoli pubblicati nei sei mesi precedenti a quello in cui si svolge la promozione.


▶ Nasce l'Albo «Libreria di qualità», ove sono iscritte previa richiesta, le librerie aventi i requisiti di eccellenza stabiliti dal decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. L'iscrizione nell'Albo dà alla libreria il diritto di utilizzare il marchio di «libreria di qualità». Esso ha validità di tre anni ed è rinnovabile se si mantengono i requisiti necessari.


Incentivi fiscali per le librerie al fine di potenziare le attività commerciali per coloro che operano nel settore della vendita di libri al dettaglio. Viene dunque autorizzato l’incremento di spesa di 3.250.000 euro annui a decorrere dall'anno 2020. Inoltre vengono fissate abrogazioni e ulteriori coperture finanziarie.


A fronte di questa lista, possiamo affermare che i cittadini e piccoli imprenditori nel campo dell'editoria, teoricamente, avrebbero tutto da guadagnarci dall'introduzione di queste novità.

Uso il termine "teoricamente" perché fra il dire e il fare ci sono tutti i commi e vari tediosi cavilli tipici della burocrazia italiana.


La Carta della cultura sembra seguire l'impronta della Carta del Docente e della 18App, anche se il tetto di credito è decisamente inferiore. Inoltre, diciamocelo, il decreto si nasconde dietro la volontà di "contrastare la povertà", quando è più una questione di dirottare nuovamente parte della spesa pubblica verso la cultura, perché quando si tratta di beni materiali i giovani e le famiglie non dimostrano proprio la vena di povertà decantata bensì il contrario.


Inoltre, il DdL ha posto come fulcro la difesa delle piccole librerie, schierandole in prima linea, cogliendo l'occasione propizia per porre le tanto decantate limitazioni e l'abbassamento degli sconti alla concorrenza assai serrata della grande distribuzione e dell'e-commerce.


Si crea quindi un conflitto deontologico: quale persona non sarebbe felice nel vedere il suo Governo intento ad attuare progetti volti alla promozione e divulgazione della lettura?


Eh…la risposta è il cittadino che si vede sfilare dal portafoglio quel 10% di sconto sui suoi acquisti librari.


Ovviamente, in base ad ogni attore coinvolto nella questione, è normale che la prospettiva e il punto di vista cambi.


Ma guardando il fruitore ultimo, quale sarà il suo comportamento davanti a questi cambiamenti? Ci saranno delle diminuzioni negli acquisti su piattaforme come Amazon ad esempio? Sempre che, l’impulso motore dell’acquisto non fosse la comodità ma la convenienza.


Alla fine sempre più utenti utilizzano anche i servizi Prime, Vip o Deluxe che permettono di avere spedizioni celeri e gratuite. Quindi perché dovrebbero perdere l'abitudine di acquistare comodamente dal proprio divano con un semplice "Click" e vedere il prodotto scelto comodamente recapitato a casa il giorno dopo, a prescindere dal 5 o dal 10 per cento di sconto?

Nei prossimi mesi andranno tenuti sotto controllo i dati di vendita delle piattaforme e-commerce. Saranno molto utili per fare una stima dei cambiamenti procurati da questo DdL nelle consuetudini d’acquisto degli italiani.


In un’utopica visione del tutto, i cittadini torneranno a popolare le librerie perché ormai e-commerce o libreria, non ha più importanza? Il librario, in tutto questo, quale nuovo ruolo potrebbe acquisire?

Oppure in una visione gattopardiana non cambierà nulla?


Lo scopriremo “solo vivendo” cantava Lucio Battisti!

Post recenti

Mostra tutti

FATTI UN LIBRO

BOOK BLOGGER

bottom of page