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RECENSIONE LA CASA DELLE VOCI

Il mio primo #Carrisi, letto perché alla ricerca di qualcosa di decisamente più "forte". L'ho trovato, altro che! E ve ne parlo.


Mano che preleva dallo scaffale un e-reader dove in copertina troviamo La casa delle voci di Donato Carrisi.

Autore: Donato Carrisi

Casa Editrice: Longanesi

Disponibile: Kindle / Audiolibro / Copertina rigida / Copertina Flessibile


Trama: Pietro Gerber “l’addormentatore di bambini”, trentenne di Firenze, è uno psicologo infantile che collabora con il tribunale dei minori di Firenze; nel momento in cui entra in scena, nelle pagine del romanzo, sta seguendo il caso del piccolo Emilian testimone di un sospetto caso di orge clandestine da parte della sua famiglia nel seminterrato della loro casa.

La tranquillità di Pietro viene scombinata da una telefonata oltreoceano. Una collega australiana gli chiede la cortesia di assistere una sua paziente Hanna Hall, in visita a Firenze, per fare luce su un ricordo il quale continua a tormentare la sua esistenza: la convinzione di aver ucciso Ado.

Pietro farà l’”errore” di accettare questo caso ed assistere la donna con sedute di ipnosi, la sua specialità. Questo lo porterà a superare la sottile linea la quale divide il terapeuta dal proprio paziente, entrando in un oscuro e vorticoso percorso, interiore ed esteriore per le vie di Firenze, con un finale sconvolgente e pieno di colpi di scena.


"Ricordiamo il passato per prepararci al futuro"

Donato Carrisi, nasce in puglia nel 1973 ed è un personaggio poliedrico, poiché si destreggia fra scrittura, sceneggiatura, drammaturgia e giornalismo. Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Criminologia e Scienze del comportamento, vive attualmente a Roma, dove collabora con il Corriere della Sera, con Rai Fiction e Taodue per importanti serie televisive Mediaset. Inoltre dal 2018, detiene una cattedra presso l’Università #IULM, dove è docente per il corso di "Scrittura di genere: thriller, noir, giallo, mystery" e per il master di "Arti del racconto". I suoi successi, come scrittore, lo vedono vincere il #PremioBancarella nel 2009 con Il suggeritore e il #DaviddiDonatello con La ragazza nella nebbia nel 2018.


"La prima volta che vide quella bambina con le sembianze di una donna adulta, alle otto di un grigio mattino d’inverno, Hanna Hall era seduta a metà dell’ultima rampa di scale che portavano al pianerottolo del suo studio. L’addormentatore di bambini – Burberry sgocciolante e mani in tasca – si bloccò a guardare quella fragile creatura che non aveva mai visto prima, riconoscendola all’istante. Hanna era incorniciata dal debole bagliore della finestra, invece lui era nascosto nella penombra. La donna non si accorse della sua presenza."

Lo stile di Carrisi è pulito, ordinato e tiene il lettore incollato al romanzo, questo è indubbio. La scrittura è fluida, non si perde in eccessi e questo le permette di scorrere naturale aiutando il lettore a seguire il procedere degli eventi senza fermarsi.


Inizialmente è arduo intuire le tappe del percorso dei due protagonisti, nella loro metaforica partita a scacchi; soltanto pochi indizi lasciati volontariamente, come briciole di pane, aiutano a costruire delle ipotesi circostanziali per poter percepire la piega che prenderà la storia.


Il romanzo si estende su due binari paralleli: il primo si sviluppa nel presente e descrive l’evolversi dei fatti dal punto di vista di Pietro; mente i capitoli che narrano il punto di vista di Hanna, svoltisi nel passato, vengono introdotti dalla chiusura del precedente capitolo con l’inizio della seduta di ipnosi e raccontano le vicende di quest’ultima da bambina in fuga con la famiglia.


Poiché la storia è scritta da una persona abituata a sviluppare storie per libri e fiction è ordinata, ha una struttura ben definita e nonostante la brillante originalità, quando si sono “quadrati” i personaggi coinvolti e gli elementi messi in atto, non è difficile ad un certo punto riuscire a fare due più due. Il finale serve a smussare gli angoli e a mettere i dettagli in ordine. Comunque per me La casa delle voci è stato un romanzo straordinario, perché Carrisi parte da un’idea ben precisa, che vuole insinuare nel lettore, per poi svilupparne un’altra completamente differente.


Le uniche rimostranze che vorrei esprimere sono la perdita di tono dei capitoli sotto ipnosi descritti da Hanna; inoltre ci sono alcuni punti non chiariti lasciati qua e là nella trama e a conclusione i finali con troncatura netta diciamo non sono proprio i miei preferiti.

Però sono proprio piccolezze le quali non vanno assolutamente ad intaccare la gradevolezza complessiva del romanzo, che consiglio davvero di trovare il tempo di leggere!

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