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RECENSIONE LE INTERMITTENZE DELLA MORTE

Per San Valentino vi propongo il libro del vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 1998, una storia insolita: un romanzo fuorviante per il suo titolo, molto particolare, ma una piacevole scoperta, avvenuta per caso!

Libro in primo piano con la copertina del romanzo Le intermittenze della morte di José Samarago

Autore: José Saramago

Editore: Feltrinelli

Numero Pagine: 224

Disponibile: Kindle / Copertina Flessibile.


“La vita è un'orchestra che suona sempre, intonata, stonata.”

Trama: Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell'umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c'è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all'impegno di rinnovamento dell'umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona.


Tutto si svolge in questa cittadina "eterea" mai geo-localizzata dall'autore, in ambienti e luoghi difficili da immaginare.

Il primo impatto del popolo è decisamente euforico e trionfante, perché l'uomo pensa di aver finalmente sconfitto la morte. Successivamente nel corso nella narrazione, sempre con lo stile ironico e sarcastico che contraddistingue Saramago, vengono fuori i primi problemi pratici.

Ciò risulterà essere, secondo l'analisi dell'autore, un vero e proprio moto accusatorio nei confronti di chiesa, politica e l'uomo moderno eccessivamente superbo e capitalista.


José Saramago nasce ad Azinhaga, Portogallo nel 1922. Morirà nel 2010 alle Isole Canarie. Le sue opere sono sempre state un grido di contro tendenza alla globalizzazione per mettere a nudo i mali della società contemporanea.

La sua vita è stata dura e piena di insidie a causa delle difficoltà economiche in cui versava la sua famiglia, fino all'arrivo della carica di direttore letterario e di produzione in una casa editrice.

È stato narratore, poeta, drammaturgo e anche giornalista. Nel 1998 è stato insignito del Premio Nobel della Letteratura. L'autore è conosciuto anche per un altro suo inestimabile capolavoro "Cecità".


Lo stile di José Saramago è inconfondibile: i periodi sono molto lunghi, quindi di conseguenza più complessi; spesso pesanti da seguire diventano difficili per la concentrazione del lettore, il quale molte volte rischia di perdere il filo del discorso durante la lettura.

Parlando per metafore, sembra di leggere un brano in corsa, trattenendo il respiro.

Le frasi sono prive di punti ma abbondanti di virgole. I discorsi diretti sono inesistenti quindi si basa tutto sull'articolazione di discorsi indiretti concatenati da molti "che" relativi. I nomi non hanno le maiuscole.

Particolari sono anche le postille fatte fuori campo dall'autore per spiegare e giustificare alcune scelte stilistiche nella narrazione.

La trama del libro, per quanto si voglia fare una denuncia sociale, con temi concreti, è incredibilmente assurda e fantasiosa.


Perché la recensione di questo romanzo, il giorno di San Valentino? Non sono impazzita, chi lo ha già letto, ne comprende la pertinenza. Tranquilli! Fidatevi. Io invece, che sono andata a braccio, sono rimasta completamente spiazzata dal contenuto.

--- SPOILER DA QUI IN POI ---

Una delle cose che mi ha stupita e lasciata "disarmata" è la completa deriva che "Le intermittenze della morte" ha avuto a metà strada. Praticamente fino ad un certo punto il libro ha narrato la storia sopra citata, invece verso la metà conclusiva è diventata una storia d'amore dove si capisce, cadendo un po' dalle nuvole, che la Morte si è innamorata del violoncellista e ha una sorta di "crisi professionale" dovendogli consegnare la famosa busta viola annuncio dell'imminente dipartita. Io cercavo tutt'altro in questa lettura francamente, vedendo il titolo! A parte questo è una storia paradossale, illuminante ma allo stesso tempo piena di spunti di riflessione ma inverosimile.

Come un'equilibrista gioca fra la realtà della critica sociale e l'assurdità di una storia illogica.


Ciò che mi ha fatto riflettere è stata la figura della Morte: è risoluta, concreta e pragmatica, inizialmente determinata a voler consegnare la busta viola al suo violoncellista dopo il concerto.

L'incontro si svolge come un valzer, un incontro di tennis e il dialogo sembra teso come una corda di violino pronta a spezzarsi, in similitudine allo strumento musicale. Anche l'aria è greve e tesa, come le emozioni provate dagli attori coinvolti.


Come tutte le più belle composizioni di musica classica però, anche la Morte, trova un armonioso equilibrio, dopo un tumultuoso succedersi di note. Prenderà, infatti, in un finale aperto a mille metaforiche interpretazioni, una decisione giusta per se stessa e per nessun'altro.


Quindi che dire, non è sicuramente la classica storia d'amore, io sono rimasta colpita più dall'originalità, che dal libro nel complesso, per quanto sia intelligente nei contenuti. In questo caso è calzante "Non giudicare un libro dalla copertina"! 😂 Potreste restarne delusi.


Buon San Valentino, libero da ogni limite e confine. Inoltre, come sempre, buona lettura!

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