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RECENSIONE M.T.V.M.

M.T.V.M. è necessario. Il secondo romanzo della trilogia di Michela Monti potrebbe spaccare il pubblico, come ha diviso interiormente la “ME” oggettiva e soggettiva, al termine della lettura. Ma andiamo con ordine.

Pila di libri in primo piano sul tavolo, come sfondo dei luck bamboo e una tazza di caffè.

AUTORE: Michela Monti

CASA EDITRICE: Triskell Edizioni

N° PAGINE 298

DISPONIBILE: Copertina Flessibile / Kindle


M.T.V.M. non è diviso in parti come il precedente, ha uno schema e una struttura tutti suoi.


“Si devono pur sopportare dei bruchi, se vogliono vedere le farfalle". Ero certa che lo pensasse anche lui. ~ Melice

Trama: Melice ha finalmente rialzato la testa e ha deciso che, anche se ormai tutto sembra remarle contro, ci sono persone là fuori volenterose di darle fiducia e soprattutto una seconda preziosa possibilità, fra tutti Gabriel, Aaron Redding suo padre ma soprattutto Sadie sua figlia. Il suo mondo. Purtroppo però non sarà affatto semplice.

Per tutto l’arco narrativo di M.T.V.M. saremo all’interno delle mura di ReBurning, nell’attesa del fatidico venerdì del processo di Melice e Richard. Chi dei due sarà considerato il “vero” assassino di Shawn Hayes?


Questo nuovo capitolo della trilogia di Michela Monti mostra un’autrice evoluta, più improntata verso il genere per il quale ha iniziato a scrivere e soprattutto che delinea notevolmente il suo stile.


Nella lettura ho riscontrato come se ci fossero due “espressioni” stilistiche: nella prima parte il tempo narrativo era scandito da molte troncature, frasi brevi e ritmi serrati: come se l’autrice stessa dopo aver iniziato a introdurre le descrizioni si “stancasse di sé”, delle classiche e “opportune” convenzioni narrative, spezzando il discorso per proseguire con la prossima scena. Nella seconda parte quella legal thriller, invece, recuperiamo quella fluidità e discorsività già a noi familiari in 83500.


Perché ho detto che questo capitolo era necessario? Perché ai fini della trama e degli archi temporali non potevamo aspettarci un processo sbrigativo o non sapere cosa accadesse a Melice fra le mura del carcere nel “dopo” rivelazione. Era giusto dare il dovuto spazio per risolvere i quesiti e soddisfare la curiosità del lettore, però la mia soggettività e la mia oggettività a questo punto si sono divise.


La mia soggettività ha "ottenuto", come desiderava nella recensione di 83500, il romanzo di M.T.V.M. praticamente ambientato per intero all'interno di ReBruning, totalmente distopico, tendente “leggermente” allo psicologico con la parte legal thriller padroneggiata finemente; inoltre è stato dato più spazio al rapporto fra Gabriel e Melice anche se abbiamo trovato un Gab decisamente più sfuggevole e quasi mentalmente assente.

Il finale è decisamente più adeguato alle aspettative per il genere che sto leggendo. Yeah!


Oggettivamente M.T.V.M. può passare come un riempitivo fra 83500 e ciò che arriverà in seguito per la conclusione della trilogia. Ci sono i due o tre avvenimenti importanti ed essenziali ai quali serviva spazio e rilevanza, ma mentre nel caso di 83500 le parti distopiche erano scarne di una solida struttura a sorreggerne la base, qui la storia primaria passa (nella prima metà del libro) in secondo piano per far spazio allo sviluppo di tutta la sotto trama secondaria.


Chi si è appassionato alla storia di Mel, non potrà fare a meno di leggere e trovare godibile anche questo capitolo. Indubbiamente parte leggermente più sotto tono, rispetto al suo predecessore, ma è perfettamente comprensibile, conosciamo già la situazione nella quale stiamo “tornando”. È normale al contrario di 83500, dover prendere la rincorsa e trovare i “Coup de théâtre” lungo la strada, sparsi qua e là, come Michela Monti ci ha abituati a fare.


In attesa del capitolo conclusivo, buona travolgente lettura!

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