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RECENSIONE MAI UNA GIOIA

Il "pollastro" è chi crede che il Chick lit sia da sottovalutare. Avvertenze: spray per l'asma sul comodino, toglie il fiato!

«Io e te dovremmo fare un salto a Lourdes.» «Vestita così non ti porterei neanche dal benzinaio.»
In primo piano un e-reader con la copertina del romanzo di Lea Landucci Mai una gioia, con una felpa rosa, dei jeans e delle converse bianche posizionati intorno con composizione triangolare.

Autore: Lea Landucci

Casa Editrice: Self-publishing (Amazon)

Disponibile: Ebook / Cartaceo (Solo tramite Amazon unico rivenditore del libro)


Trama: Cristina Aurori acuta detective digitale, inguaribile pessimista, scarsa autostima di sè è consapevole di aver ricevuto tutto quello che la vita poteva offrirle: Mai - una - gioia!

Perseguitata dalla cinica e asfissiante presenza di Madre, vive le sue giornate fra un Grisbì, il raggiungimento di quella benedetta promozione e le passeggiate con la sua adorata coinquilina Carmen. A sostenerla le sue fedelissime amiche Daniela, Sabrina, il collega Vi e suo padre.

Qualcosa...o qualcuno spezzerà la stoica convinzione che niente di bello potrà accadere alla nostra Cri, disillusa ormai di poter vivere il "giorno più bello della sua vita".

Mettete delle scarpe comode, i #maiunagioia da schivare sono dietro l'angolo!


«La vita non regala nulla, a volte concede, più spesso prende e pretende.»

Lea Landucci classe '77, in arte @chicklit.italia, nasce a Firenze, dove consegue la Laurea in Ingegneria Informatica e un Dottorato di ricerca in Ingegneria Informatica e Multimedialità. Indirizzata più specificatamente nell’ambito del Digital & Social Media Architect e Content Curator

è inoltre grandissima appassionata di teatro ed improvvisazione, difatti ne ha fatto un impegno a tempo pieno. Da adesso può annoverare, nel suo CV, anche il titolo di scrittrice emergente grazie all’uscita del suo romanzo, auto pubblicato, Mai una gioia.


«Il pensiero positivo vede l'invisibile sente l'intangibile e realizza l'impossibile.»


La voce narrante è quella di Cristina, la protagonista, la quale in prima persona ci accoglie nella sua vita. Il romanzo è ricco di dialoghi diretti, ma questo non è un fattore discriminante per la qualità strutturale del libro. Anzi la stesura discorsiva, in continua conversazione, rende il contenuto di Mai una gioia simile ad una sceneggiatura da ipotizzare metaforicamente traslata dallo scritto al parlato, come se dei personaggi reali la stessero interpretando, recitando un copione. Pertanto riesci ad immaginarlo nitidamente.


La ricca discorsività e colloquialità inseriti nel romanzo sono un vero punto di forza.


Cristina è un personaggio molto reale, umano e normale. Vero. Pertanto “Cri” può essere ognuna di noi, con i propri difetti e i propri complessi. Sono molti i momenti in cui il personaggio è “solo con sé stesso”, attimi preziosi per poter attuare profonde e il più delle volte, (dopo un iniziale rifiuto interiore) razionali introspezioni.


I personaggi di Madre e Padre mi ricordano l’angelo e il diavolo sulle spalle di Kronk delle Follie dell’imperatore. Però devo dire che Madre, per quanto opprimente e preponderante fa il suo sporco lavoro di “grillo parlante” con una figlia che diciamocelo, ogni tanto, “da quell’orecchio un po’ non ci vuole sentire”. La medaglia ha sempre due facce.


Più che altro consapevolezza, fermezza e terrore: so che cercherà di convincermi a fare qualcosa che non voglio, che mi opporrò con tutte le mie forze, e che alla fine avrà vinta lei. A volte mi chiedo se abbia mai fatto un corso di ipnosi vocale. O magari ha una bambolina voodoo, con i capelli ricci come i miei, che infilza con degli spiccoli ogni volta che mi fa una domanda. (Cristina parlando di Madre)

Mio padre aveva deciso di commentare l'accaduto con un semplice e prezioso abbraccio consolatorio, mentre tra le lacrime gli raccontavo tutto. Lui è così poche parole e molta sostanza. Una roccia in mezzo al mare quando nuoti da troppo tempo e senti le gambe e le braccia che iniziano a cedere. (Cristina parlando di Padre)

Daniela e Sabrina sono la rappresentazione della caricatura stereotipata dei due macro gruppi in cui si possono dividere le donne. Ma due buone amiche fino in fondo, tanto da essere entrambe ricompensate con un “Happy Ending”. Roberto non verrà nominato per principio!

(Quando leggerete il romanzo capirete il perché XD)


«Lei, la "non scelta", quella che ormai non più cucciola e con la sua andatura claudicante aveva perso la speranza di essere adottata; io la Lasciata, quella che, ormai sull'orlo dei trent'anni, stava davvero perdendo la speranza di essere scelta ancora da qualcuno.» (Cristina parlando di Carmen)

Nota particolarmente graziosa, sono stati i titoli originali dei capitoli, che davano un accenno al contenuto ma non troppo.


Il capitolo 24, ammetto, sarà stata l’ora tarda, ci ho messo un po' ad interpretarlo, bravissima Lea per aver dato questa sferzata di novità e a cogliere impreparato il lettore con questo colpo di scena, non usando le parole bensì usando l’editing a suo vantaggio.


Cosa dire in più, Mai una gioia è pieno di significati intrinsechi, è una commedia romantica, ma con una nota agrodolce giacché vengono trattati tantissimi temi i quali purtroppo per ogni ragazza e/o donna sono all’ordine del giorno dai disordini alimentari che costituiscono il primo problema del non apprezzarsi fisicamente e di conseguenza il rischiare di essere pressoché invisibili ad una determinata fascia di uomini.


Anche se poi Cristina, ci dimostra il contrario.


Come sempre, parere del tutto personale, mai verità assoluta, per essere il primo libro, Mai una gioia è veramente un buon prodotto. Punta sull’empatia e sulla forza della “presenza scenica” della protagonista. Tutto gira intorno a lei. Il romanzo però ha un moto, come direbbero in fisica, rettilineo uniforme. Per quanto ci siano dei picchi di avvenimenti, comunque non sono tali da farti gridare alla sorpresa.

Alla fine dell’evento di Daniela, capisco fosse opportuna una troncatura e un epilogo, il rischio di un punto morto era alto, però mi sarebbe molto piaciuto sapere come andava a finire.


Mi auguro Lea scriva ancora e di vedere la sua crescita stilistica dove porterà col tempo.


Buona lettura e Mai una gioia!


Adoro i piani ben riusciti.

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