Ispirato al film "Quel mostro di mia suocera" con Jennifer Lopez e Jane Fonda, arriva edito Newton Compton il romanzo di Valentina Vanzini: "Mia suocera è un mostro".
Autore: Valentina Vanzini
Casa Editrice: newton Compton Editori
N° Pagine 320 Disponibile: Kindle / Cartaceo Copertina Rigida - Flessibile
“Se c'è una cosa che ho imparato nella mia vita è che la costanza ripaga, sempre.” Lexie Woods
Lexie incontra Giacomo, Giacomino per mamma, in arte James perché nella grande mela fa decisamente più figo e se ne innamora perdutamente. I due lontani da “interferenze” esterne stanno molto bene insieme, qualcosa un però giorno turba la loro tranquillità e il loro equilibrio: una telefonata della genitrice.
Giacomino decide di tornare in Sicilia nel suo paese d’origine, precisamente a Pachino, dove vengono prodotti quei deliziosi pomodori si, ehm…ok non distraiamoci, non sapendo però quando farà ritorno, pertanto la nostra protagonista decide piena di entusiasmo di andare con lui con la scusa di scrivere un articolo sulle “capacità seduttive” del maschio siculo per la rivista per la quale lavora; inoltre è desiderosa di conoscere la madre del suo fidanzato con la quale spera di stringere un saldo rapporto di amicizia. Ah ah ah...
La nostra sventurata protagonista, purtroppo, si troverà davanti non quella che potrebbe essere realmente una donna di Pachino del 2020, bensì una figura “leggermente” stereotipata della donna siciliana “antica”, perciò una signora tutta casa e chiesa, ancora in lutto per la perdita del povero marito, con una casa cupa, decisamente pacchiana, e consacrata al culto del Signore Gesù cristo.
La Signora Rosaria molto legata ai figli Antonio e Giacomo, meno a Vito, scopriremo il perché nello svolgersi degli eventi è una vera calamità naturale per le pretendenti della “mano” dei suoi pargoli, tanto che durante la permanenza di Lexie le fa davvero vedere i sorci verdi, nonostante sia vegetariana e il colore potrebbe esserle familiare.
Ad aiutarla a saranno il cognato Vito, la parrucchiera del paese Cettina e lo zi'Peppe.
Valentina Vanzini scrive bene, non annoia e infonde a Lexie una carica emotiva interessante: una dialettica spiritosa e una verve decisamente frizzante.
Il romanzo può essere suddiviso in tre fasi: la prima nella quale il lettore entra nel vivo della storia, incuriosito e sorpreso di come si stanno sviluppando gli eventi, con una certa carica di entusiasmo prosegue la lettura e segue le vicende. Purtroppo però, ad un certo punto, si inizia a percepire un certo sottotono, una sorta di “mancanza di contenuti” e una ripetitività dove il battibecco fra suocera e nuora perde di sostanza; sembra quasi che il lettore “viva” in prima persona lo stesso malessere di noia, frustrazione e inattività vissuto dalla protagonista in una piccola città dove effettivamente le attività da svolgere sono ben poche. Ad un certo punto tutto e tutti, con la festa patronale, si svegliano dal torpore, si sbroglia la matassa, il romanzo riprende vita, accade l’impossibile ed abbiamo un’esplosione di eventi e contenuti i quali ci conducono con un turbinio alla conclusione della storia. In Puglia direbbero alla "tarallucci e vino".
Se la si prende per quella che è “una storia” il romanzo è abbastanza divertente, “Mia suocera è un mostro” è stata una lettura gradevole. Se invece la si analizza con un po’ più di attenzione, purtroppo, è basato su delle scelte le quali potevano essere fatte con un criterio diverso: penso, a parer mio, le persone inizino ad essere sfiancate dal cliché della protagonista newyorkese fashion victim svampita vittima delle situazioni più grottesche, come di questa Sicilia anni 20.
Un Mr. Perfect che tanto “perfect” non è il quale si comporta compiendo azioni senza senso logico e tante altre piccole inesattezze.
Ps. Non date soldi a ciarlatani che dicono di togliervi il malocchio mi raccomando! ;)
Buona lettura!